Copertina Zabaglia-1 Castelli e Ponti. Apparati per il restauro nell’opera di mastro Nicola Zabaglia

per la Fabbrica di San Pietro in Vaticano,  2015, di Nicoletta Marconi.

Presentazione del volume

Palazzo Poli,  4 dicembre 2015 -ore 17:30

Introducono
Maria Antonella Fusco, Direttore dell’Istituto Centrale per la Grafica
Bernardino Osio, Presidente dell’Associazione Amici dell’Istituto Centrale per la Grafica

Intervengono

Mario Bevilacqua, Università degli Studi di Firenze
Claudia Conforti, Università degli Studi di Roma Tor Vergata
Elisabetta Pallottino, Università degli Studi di Roma Tre
Pietro Zander, Fabbrica di San Pietro in Vaticano.

LAVORI 2 Zabaglia LIXL’opera di mastro Nicola Zabaglia (Roma, 1667 -1750), svolta con umiltà e dedizione per un cinquantennio al servizio della Fabbrica di San Pietro in Vaticano come ideatore ed esecutore di ponteggi per il restauro, ha assunto i toni dell’epopea di un genio dalle innate e miracolose virtù. Per lungo tempo, gli efficacissimi dispositivi progettati dall’incolto sampietrino hanno favorito la manutenzione e il restauro delle strutture e degli apparati decorativi della Basilica Vaticana. Le invenzioni di Zabaglia hanno di fatto permesso la sopravvivenza del complesso petrino, tanto da eguagliare per importanza l’impresa dello spostamento dell’obelisco Vaticano condotta da Domenico Fontana alla fine del 1586.
Con il determinante contributo di mastro Zabaglia furono eseguiti delicati interventi di restauro alla cupola grande di San Pietro, alla preziosa decorazione della navata principale, alle cupole minori e al portico d’ingresso, ma fu anche favorito il trasporto del possente fonte di porfido per la Cappella del Battesimo, il restauro del monumentale baldacchino bronzeo berniniano, la revisione di tutti gli ornati in metallo dell’obelisco, nonché la rimozione di affreschi e la loro sostituzione con raffinate opere musive.
Il riconosciuto primato dell’ingegno di Zabaglia e la necessità di tramandare ai posteri i suoi straordinari prodigi tecnici indussero la Sacra Congregazione Cardinalizia amministratrice della Fabbrica di San Pietro a finanziare la pubblicazione di una prestigiosa opera in folio, corredata da dettagliatissime tavole. L’esecuzione di queste ultime fu affidata ad artisti e incisori tra i più noti della Roma di primo Settecento: da Francesco Antonio Rostagni, a François Philotheé Dufloi e Nicola Gutierrez, da Giuseppe Vasi a Paolo Pilaja, Francesco Mazzoni, Martin Schedel, Angelo Guiducci e Miguel de Sorello, fino a Pier Leone Ghezzi e Girolamo Rossi.
IMG_0718 san pietro cupolaIl ricco apparato iconografico del volume riproduce con nitidezza fotografica struttura, componenti e consistenza materica dei complicati dispositivi provvisionali impiegati per la manutenzione ordinaria e straordinaria della Basilica vaticana. Il compendio diviene così emblema dell’abilità dei tecnici sanpietrini, a riprova dell’efficacia della trasmissione diretta del sapere operativo. Grazie alla particolare struttura del compendio, quasi una sorta di manuale, le invenzioni di Zabaglia furono tramandate a nuove generazioni di artieri e il bagaglio di conoscenze operative custodito per secoli nei recessi della Fabbrica poté essere perpetuato, tanto da giungere pressoché immutato alla pratica di primo Novecento.
L’aeditio princeps del volume intitolato Castelli e Ponti di maestro Nicola Zabaglia data all’agosto 1743 per i tipi di Niccolò Pagliarini, mentre una ristampa ampliata con l’addizione di sette tavole raffiguranti i ponteggi inventati da altri artieri sanpietrini, vedrà la luce nel 1824 nella stamperia di Crispino Puccinelli. A quest’ultima è dedicato il volume di Nicoletta Marconi, che include un saggio di approfondimento sulla vita, le opere e la fortuna critica di Zabaglia, seguito dalla ristampa anastatica dell’edizione ottocentesca dei Castelli e Ponti.  Lo studio, con prefazione di Sua Eminenza Card. Angelo Comastri, Arciprete della Basilica di San Pietro in Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro, si fonda sull’analisi della ricca documentazione custodita presso l’Archivio Storico Generale della Fabbrica di San Pietro e di un corredo iconografico che include, tra gli altri, due disegni custoditi presso l’Istituto Centrale per la Grafica.
Con l’imminente apertura delle celebrazioni per l’Anno Santo della Misericordia l’impegno di coloro che nei secoli si sono adoperati per la conservazione e la salvaguardia della prima basilica della Cristianità assume un valore ancora più esplicito, come prova il suo immutato splendore.

Nicoletta NarconiNICOLETTA MARCONI, laureata con lode in Architettura all’Università di Roma La Sapienza, ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Ingegneria Edile: Architettura e Costruzione alla Facoltà di Ingegneria dell’Università di Roma Tor Vergata, dove insegna Storia dell’Architettura e Restauro Architettonico. Le sue ricerche si incentrano soprattutto sull’analisi del rapporto tra forma e costruzione in architettura, con particolare riguardo allo studio della tecnologia e delle tecniche costruttive pre-industriali, all’organizzazione del lavoro e del cantiere rinascimentale e barocco. È autrice della monografia Edificando Roma barocca: macchine, apparati, cantieri e maestranze tra XVI e XVIII secolo (Edimond, Città di Castello 2004) e di diverse decine di saggi pubblicati in volumi collettanei, riviste e atti di convegni.