L’Istituto Centrale per la Grafica conserva un ricco fondo di opere di Umberto Prencipe composto da oltre 300 pezzi tra matrici originali, disegni e incisioni. Il nucleo originario, formato da sedici incisioni e ventisette disegni acquistati in momenti diversi durante la vita dell’artista, si è successivamente arricchito grazie ad altre donazioni e a un lascito da parte della figlia Giovanna Prencipe.

Attraverso le opere più significative conservate presso l’Istituto saranno ripercorse le diverse tappe del percorso del maestro e saranno approfonditi i suoi rapporti con personalità quali Federico Hermanin e Carlo Alberto Petrucci. Sarà inoltre dato spazio alle attività di studio e di valorizzazione portate avanti dall’Archivio Umberto Prencipe e dalla Galleria Prencipe spesso in collaborazione con istituzioni pubbliche e private.

Umberto Prencipe

Pittore nonché maestro indiscusso del Bianco e Nero, Umberto Prencipe (Napoli 1879 – Roma 1962) è stato punto di riferimento per generazioni di incisori attraverso le docenze nelle Accademie di Lucca, Napoli e Roma. Presente alle principali rassegne nazionali e internazionali e premiato in più occasioni, l’artista attraversa in maniera autonoma la prima metà del Novecento con il suo linguaggio lirico e intimista, aperto a soluzioni contemporanee, ma allo stesso tempo saldamente ancorato nella cultura romantica e simbolista.
Napoletano di nascita ma romano di formazione, dopo essersi affermato nel 1904 con il dipinto Clausura (Roma, Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea), dal 1905 soggiorna a Orvieto, la “città del silenzio” descritta da Gabriele d’Annunzio, mettendo a punto una personale poetica basata su stimoli culturali e visivi del simbolismo. Risalgono a questi anni visionari dipinti e raffinatissime incisioni che gli valgono la fama di maestro della tecnica. Tra il 1914 e il 1921 risiede in Toscana, dove, in un progressivo abbandono delle atmosfere simboliste, realizza paesaggi in cui la tradizione dell’Ottocento italiano si concilia con la sintesi costruttiva di Cézanne e con le accensioni cromatiche dell’espressionismo francese. Vive di nuovo stabilmente a Orvieto dal 1921 al 1926, anno in cui si trasferisce a Roma. Continua tuttavia fino al 1942 a lavorare nella campagna umbra percorrendo autonomamente la strada del paesaggismo novecentista. Negli anni Quaranta e Cinquanta è prevalentemente attivo nella capitale dove, lontano per scelta dai dibattiti della pittura del dopoguerra, continua coerentemente il suo lavoro, scoprendo nella villa Lancellotti e nel quartiere Trieste una nuova “città del silenzio”.

BIOGRAFIE

Sabrina Spinazzè

Specializzata nell’arte italiana tra Ottocento e Novecento e nella produzione artistica femminile, è curatrice della Galleria Prencipe, presidente dell’Archivio Umberto Prencipe, vicepresidente dell’Archivio dell’Ottocento Romano e membro del Catalogo generale di Francesco Paolo Michetti. Numerosi gli studi dedicati a Umberto Prencipe, tra cui la monografia pubblicata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto nel 2008. Insieme a Teresa Sacchi Lodispoto cura le mostre Umberto Prencipe. Realtà e visione (Roma, Palazzo Braschi, 2009) e Umberto Prencipe e la Toscana (Lucca, Fondazione Ragghianti, 2014). Sta lavorando al catalogo generale on line delle opere del maestro (www.umbertoprencipe.it).

 

Teresa Sacchi Lodispoto

Specializzata nell’arte italiana tra Ottocento e Novecento, è curatrice della Galleria Prencipe, vicepresidente dell’Archivio Umberto Prencipe, presidente dell’Archivio dell’Ottocento Romano e membro del Catalogo generale di Francesco Paolo Michetti. Insieme a Sabrina Spinazzè cura le mostre Umberto Prencipe. Realtà e visione (Roma, Palazzo Braschi, 2009) e Umberto Prencipe e la Toscana (Lucca, Fondazione Ragghianti, 2014).